Al momento della rivelazione dello stato di gravidanza la prima domanda che viene generalmente posta alla donna risulta la data ipotetica della nascita del bambino, ancor prima delle settimane effettive di gestazione e del sesso del nascituro. In fase iniziale si tende immediatamente a procedere ai calcoli previsti per la nascita del proprio bambino, riferiti al mese ipotetico piuttosto che ad una data precisa giornaliera.

Al momento del rilascio della data prevista del parto, inteso come calcolo avvenuto in sede medica, ci si ritrova in realtà all’interno di uno spazio temporale piuttosto lungo composto da almeno un mese in cui il nascituro viene considerato a tutti gli effetti al termine della sua formazione.

Come viene calcolata esattamente la data prevista per il parto? Attraverso questo nuovo articolo specifico ci occuperemo di approfondire tutti i calcoli necessari al fine di poter stabilire l’età gestazionale e la durata della gravidanza stessa, prevedendo ipoteticamente il lasso di tempo previsto per il momento della venuta al mondo del bambino.

 

Gravidanza: quando nasce il bambino e come calcolare il periodo

La definizione del calcolo delle settimane effettive di gravidanza rimane tendenzialmente incerto riferito al momento esatto della fecondazione avvenuta, generalmente intesa all’ultimo giorno di presenza del ciclo mestruale. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha previsto una tabella di calcolo incentrata sul primo giorno d’assenza delle ultime mestruazioni, mentre l’età gestazionale viene espressa sia in giorni che in settimane complete.

Il momento esatto del concepimento, come è possibile leggere su esaustivo.it viene invece calcolato due settimane dopo il termine dell’ultimo ciclo mestruale normale, differenziandosi quindi dal calcolo del flusso mestruale. Per effettuare il calcolo sopra citato occorre servirsi di un regolo ostetrico utilizzato dal personale medico specifico, sotto l’applicazione della regola di Naegele, calcolando il giorno dell’ultima mestruazione più sette giorni, sottraendo tre mensilità. Tale metodo però risulta veritiero solamente nel caso in cui la gestante abbia presentato in precedenza un flusso mestruale piuttosto preciso e regolare.

Secondariamente, verso la 10-12esima settimana, si potrà verificare lo stato della gravidanza attraverso una comune ecografia, sotto la misurazione di alcuni parametri vitali del feto al fine di poter individuare una data presunta dell’età gestazionale. L’individualizzazione di un’età gestazionale risulta fondamentale, seppur approssimativa, per il corretto sviluppo degli organi e delle funzionalità del nascituro, riuscendo a prevedere un parto pre-termine, oppure post-termine sui quali intervenire tempestivamente. I diversi gruppi di età gestazionali vengono suddivisi in pre-termine, a meno di 36 settimane complete, gruppi a termine ossia dall’inizio della 37° fino alla 41° settimana completa, gruppi post-termine per indicare la 42° settimana completa o i giorni successivi.

Le gravidanze standard comprendono un periodo di gestazione di circa 9 mesi e 10 giorni, sotto un lasso di tempo definito rientrante nella norma dalla 37esima settimana sino alla 41esima settimana. Al di sotto, oppure al di sopra di tali soglie si potrebbero verificare diversi rischi per la salute del bambino e della gestante che dovranno essere monitorati sotto lo stretto controllo del personale medico, nell’eventualità sia di un parto pre-termine che post-termine.

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